Russe a Roma

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Sempre poco gradevoli le etichette, sempre più comuni, soprattutto se appuntate sull’ “Altro”.
E’ ormai consuetudine attribuire agli stranieri, in Italia, storie preconfezionate e, come tali, tutte uguali. Consuetudine è
anche non immaginare che possano esistere via di lettura individuali. Appare dunque necessario sovvertire tali rigidi
pregiudizi. Questo l’intento del lavoro dedicato alla narrazione di alcune storie di donne russe che vivono a Roma.
All’Olgiata, oasi di lusso dell’agiata borghesia romana, nella campagna di Roma Nord, vivono numerose signore russe.
Sono Inna, Oxana, Eugenia, Galina, Polina e Tatyana. Di aspetto, sono esattamente come ce le saremmo immaginate,
esattamente molto affascinanti, ben curate, a tratti anche algide ai nostri occhi. Eccellente la loro formazione, corposi il
loro curricula, che segnano una grande distanza dall’immagine stereotipata della “donna dell’Est” arrivata in Italia per
cercare fortuna. Sono infatti tutte professioniste – un medico chirurgo, un’analista finanziaria, un’insegnante di lingue,
una ballerina del Bolshoi Ballet di Mosca, un’orafa – che ben si prestano a raffigurare quella ricca borghesia russa che
abbiamo modo di vedere da qualche tempo.
Protagoniste assolute di questo lavoro sono le loro importanti personalità. “Sovietiche” nella tenacia e nel rigore,
declinati nella loro formazione, spesso leit motiv dell’educazione impostata ai loro figli, ma decisamente affascinate dal
romanticismo italiano.
Molte di loro risiedono in Italia in seguito a un incontro d’amore. I loro compagni, tutti italiani, costituiscono il legame
con il nostro Paese.